Rischio, rischio estremo

Fiorenzo Ranieri

I comportamenti di ricerca volontaria del rischio estremo sono molteplici e assumono forme molto diverse. Possiamo far rientrare nell’estreme risk seeking condotte come quelle degli sport estremi, ma anche le sfide e le gare illegali con autovetture o perfino certi atti criminali o alcune delle modalità di assunzione di sostanze stupefacenti. Tali comportamenti apparentemente sono molto lontani tra di loro e il senso comune fa fatica ad accomunare ad esempio rafting e rapine in banca. L’articolo si occupa della ricerca del rischio vista come un fenomeno con caratteristiche comuni indipendentemente dalle forme che assume.

www.altreadolescenze.it/download/rischio_rischio_estremo_bozza_ranieri_Itaca_Italia_2011.pdf

 

La gioventù nascosta di Hong Kong

Fiorenzo Ranieri

The “hidden youth”, i ragazzi che ad Hong Kong si richiudono in casa per un periodo prolungato di tempo e respingono la maggior parte delle forme di contatto e di relazione con il mondo esterno sono stati “scoperti” nel 2004. E ci sono voluti diversi anni perché ci si rendesse conto di quando i giovani nascosti di quella città fossero simili agli hikikomori giapponesi e poi ai giovani in ritiro sociale acuto di molte altre nazioni del mondo, tra cui l’Italia. L’approccio dei ricercatori cinesi impegnati con i giovani nascosti ha seguito un orientamento diverso da quello dei colleghi giapponesi. In Giappone gli hikikomori sono stati descritti come adolescenti e giovani in uno stato di emarginazione e inclini a disturbi emotivi, in sintesi con una scarsa qualità della vita. Ad Hong Kong il contatto diretto con i giovani nascosti ha portato alla scoperta che alcuni di loro sono soddisfatti della propria vita. Continua a leggere La gioventù nascosta di Hong Kong

Il singolare imbarazzo della ragazza di “An American Girl in Italy”

Fiorenzo Ranieri

A tutti è capitato di vedere almeno una volta “An American Girl in Italy”. Questa foto è stata realizzata a Firenze nel 1951 da Ruth Orkin, una giovane fotografa americana destinata a diventare tra le più famose della sua generazione. L’immagine mostra una bella ragazza a passeggio palesemente imbarazzata dai commenti e dai gesti di un gruppo di maschi italiani. E’ probabile che molte donne si siano identificate con il personaggio della foto, dato che “An American Girl in Italy” almeno fino all’inizio del decennio scorso risultava al secondo posto tra i poster più venduti al mondo. La storia della foto è particolare. Continua a leggere Il singolare imbarazzo della ragazza di “An American Girl in Italy”

L’insostenibile vergogna del giovane maratoneta Kanakuri

Fiorenzo Ranieri

La vergogna è sicuramente una emozione penosa, frequentissima in adolescenza, quando le rassicuranti condizioni infantili vengono di colpo rivoluzionate con la crescita. Proprio la sua universalità è forse il motivo per cui la vergogna è la prima emozione descritta nella Bibbia (Genesi – Libro Terzo) quando Adamo ed Eva, a causa della rottura del loro legame fusionale con Dio, riconoscono la loro nudità e se ne vergognano cercando di coprirsi (Meterangelis, 2011).

Continua a leggere L’insostenibile vergogna del giovane maratoneta Kanakuri

Quando sotto la pelle c’è un sé alieno

Fiorenzo Ranieri

Una creatura aliena senza nome sguscia sinuosa tra le nebbie di un paesino scozzese a caccia di prede umane per il proprio sostentamento. Ha le fattezze morbide, generose e conturbanti di Scarlett Johansson. Nella prima scena del film “Under the skin” (Sotto la pelle) di Jonathan Glazer tratto dall’omonimo romanzo di Michel Faber, su un essenziale sfondo bianco vediamo Scarlett in versione bruno corvino camuffarsi da umana prendendo il posto di una ragazza riversa a terra. Per tutta la durata del film andrà in cerca di uomini, seducendoli e poi nutrendosene.

Continua a leggere Quando sotto la pelle c’è un sé alieno

Sguardi adolescenti

Fiorenzo Ranieri

Tutti conosciamo le emozioni che si provano quando siamo osservati e sappiamo che lo sguardo dell’altro può dare origine a sensazioni sia piacevoli che sgradevoli. Si può essere orgogliosi, contenti di essere ammirati, gratificati dalla soddisfazione di impulsi esibizionistici, ma si possono anche provare sensazioni sgradevoli di imbarazzo, vergogna e umiliazione (Steiner, 2011). L’adolescente proprio per il potere che avverte nello sguardo altrui può riempire a sua volta il suo sguardo di significati multipli, sfaccettati, rappresentativi.

È bene, accettando lo sguardo di un adolescente, tenere a mente l’aforisma di Friedrich Nietzsche (1886): “E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te”. Continua a leggere Sguardi adolescenti

Le origini dell’idea del rischio

Fiorenzo Ranieri

Quando ci si inoltra nella storia del rischio, si ha l’impressione che gli uomini non abbiano mai formulato questo concetto prima del Rinascimento e che solo con la modernità siano stati capaci, grazie a calcoli probabilistici, di padroneggiarlo.

La stessa origine della parola, nata ben dopo l’anno Mille, rimanda a qualcosa di nuovo, sconosciuto alle civiltà che si sono succedute fino a quel momento (Bernstein, 1996). E naturalmente sorge spontanea una domanda: con che strumenti mentali le civiltà più antiche si sono confrontate con l’incertezza, il futuro, la necessità di compiere scelte che riguardavano il destino individuale o collettivo? Continua a leggere Le origini dell’idea del rischio

Hikikomori ad Arezzo

Fiorenzo Ranieri

La manifestazione del ritiro sociale (social withdrawal) a partire dall’infanzia fino all’età adulta è ben noto ai professionisti della salute mentale. Di per sé il ritiro non può essere ritenuto un comportamento clinicamente rilevante. E tuttavia se alcuni individui, adulti o bambini, appaiono felici di spendere una larga parte del loro tempo lontani dagli altri senza che questo costituisca una forma di disagio, il ritirarsi dalle relazioni può costituire un segno di difficoltà sociali o emotive nascoste [1].

Continua a leggere Hikikomori ad Arezzo

I rifugi della mente

Fiorenzo Ranieri

Alcune persone ricercano il rischio estremo con comportamenti di sfida e azzardo per alleviare il proprio disagio mentale e proteggersi dal dolore psichico. Grazie ai dati raccolti durante il lavoro clinico con pazienti amanti del rischio, per altro non facili da coinvolgere in una psicoterapia, è possibile formulare alcune ipotesi sul loro funzionamento psicologico. Per incominciare tali pazienti sono portati a ridurre la riflessione su se stessi a favore della ricerca di sensazioni estreme in grado di offrire un rapido ma momentaneo riparo dalle angosce. Altra caratteristica è che il lavoro psicoterapico si contraddistingue per il costante confronto della coppia terapeutica con alcune parti del Sé del paziente che esercitano il proprio dominio perverso sull’intero mondo interno utilizzando modi subdoli e poco appariscenti (Ranieri, 2011). Le esperienze di ricerca del rischio si connotano come uno spazio mentale in cui questi pazienti si ritirano per sfuggire a una realtà insostenibile perché angosciosa, un vero e proprio “rifugio della mente” (Steiner, 1993). Si tratta di una modalità di funzionamento psicologico grazie al quale trionfa l’onnipotenza e in fantasia qualunque cosa è permessa. Senza di essa non vi è più argine alle ansie dalle quali il soggetto sta cercando di difendersi. Il sollievo che si ricava dal ritirarsi in un rifugio della mente comporta però un progressivo isolamento con compromissione delle relazioni con gli altri e una perdita di contatto con la realtà che in qualche caso diventa gravissima. Continua a leggere I rifugi della mente