Il ritiro sociale – riflessioni psicoanalitiche

Elisabetta Bellagamba

Il ritiro sociale si configura come un blocco ed uno scacco evolutivo, una mancata realizzazione della nascita sociale ed è caratterizzato da isolamento, assenza di relazioni di amicizia e da una lontananza dagli interessi tipici dell’età (Scodeggio, 2014). Nelle fasi anteriori al ritiro conclamato si possono rintracciare delle difficoltà relazionali: la rete è povera, le uniche amicizie che questi giovani intrattengono provengono dal mondo dell’infanzia e dall’ambiente famigliare mostrando una fatica ad instaurare nuovi legami sociali e di appartenenza. Queste difficoltà si palesano, soprattutto, nel contesto scolastico.ritiro-sociale-preadolescente Continua a leggere Il ritiro sociale – riflessioni psicoanalitiche

La stanza di Eric – romanzo di Ismaela Evangelista

(tratto dal sito della casa editrice Les Flâneurs Edizioni )

Eric è un diciassettenne bello, intelligente e promettente, a cui apparentemente non manca nulla quando, dinanzi ai disagi della realtà, all’improvviso si rifiuta di andare a scuola e sceglie di chiudersi nella sua stanza.

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Hikikomori: isolarsi e vivere chiusi dentro una stanza

Elisabetta Bellagamba & Valentina Di Chiara

Il termine Hikikomori è stato utilizzato per la prima volta alla fine degli anni ‘90 da psichiatri giapponesi per definire un nuovo fenomeno che stava diventando sempre più diffuso: l’isolamento di alcune persone dal proprio contesto sociale.

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Che cosa vuol dire Hikikomori?

Il termine Hikikomori, di origine giapponese ma utilizzato di recente anche nel contesto italiano, può essere tradotto con “stare in disparte”, ed indica i ragazzi che si isolano nella propria camera ed interrompono ogni rapporto, sia all’interno della rete amicale che familiare. L’isolamento di questi ragazzi solitamente inizia durante l’adolescenza e può protrarsi per anni andando di conseguenza a compromettere la carriera scolastica e lavorativa con varie forme di gravità. I primi segnali del fenomeno sono riscontrabili a partire da continue e prolungate assenze scolastiche, dall’allontanamento da ogni attività ed interesse tipico dell’età, fino a giungere ad un vero e proprio isolamento nel quale il ragazzo si chiude rispetto agli altri e sceglie solo i momenti nei quali è sicuro di non incontrare nessuno per uscire, ad esempio la notte. Affinché sia possibile utilizzare tale terminologia, è necessario che il ragazzo viva in una condizione di ritiro per almeno sei mesi, e che nel suo percorso di vita non siano presenti problematiche riferibili alla sfera psichiatrica.. Continua a leggere Hikikomori: isolarsi e vivere chiusi dentro una stanza

Hikikomori: quando il ritiro sociale degli adolescenti diventa estremo

Fiorenzo Ranieri

Sul finire del secolo scorso (1998) lo psichiatra giapponese Saitō ha coniato il termine “hikikomori”  per definire una particolare forma di ritiro sociale diffusa in Giappone.

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Saitō elencò nel suo lavoro i segni tipici di questa sindrome: ritiro e evitamento sociale per almeno sei mesi, fobia scolare e abbandono scolastico, apatia, inversione del ritmo circadiano veglia – sonno, comportamento violento in famiglia, in particolare verso la madre. Il segno caratteristico è la autosegregazione nella propria camera di un soggetto che non mostra segnali evidenti di disagio psicologico o malattia mentale.  (Teo & Alan, 2010). Questi adolescenti e giovani adulti evitano le occasioni che portano ad un contatto visivo diretto, ad esempio luoghi dove ci si può salutare, bar, parrucchieri ecc. (Wong, 2009). Continua a leggere Hikikomori: quando il ritiro sociale degli adolescenti diventa estremo