Avviata dall’Università di Milano una indagine online rivolta ad adolescenti e giovani in ritiro sociale (hikikomori). Condividiamo il link per rispondere al questionario, con alcune note introduttive e la presentazione per i ragazzi interessati:
“La nostra ricerca si pone l’obiettivo di approfondire variabili biografiche, come l’età o lo stile di vita, già trattate in letteratura, al fine di avere un quadro generale della situazione in Italia. In più, ci piacerebbe indagare quelle variabili psicologiche ed emotive che ipotizziamo poter essere associate al fenomeno (capacità di capire cosa provano gli altri, qualità delle relazioni interpersonali ecc.)”.
IL QUESTIONARIO
Grazie per il tempo che dedicherai al sondaggio.
Ci scusiamo in anticipo per la lunghezza, ma è necessaria al fine di ottenere dei risultati che si avvicinino il più possibile alla realtà del fenomeno.
Il questionario è completamente anonimo nel rispetto della privacy.
Il tuo contributo è prezioso: se riusciremo a raggiungere un gran numero di questionari completati, potremo condividere con piacere quanto emergerà dai risultati, nella speranza di poter aggiungere un piccolo ma nuovo tassello alla comprensione dell’Hikikomori.
Per iniziare il sondaggio, clicca il link qui sotto.
Il fenomeno hikikomori è una forma di grave ritiro sociale, un tema emergente in salute mentale per il quale mancano strumenti di misurazione convalidati. I tipici soggetti hikikomori sono maschi, adolescenti o giovani uomini adulti che si orientano verso l’isolamento in un contesto di difficoltà scolastiche, dinamiche familiari difficili e/o altri fattori di stress psicosociali. Sono individui che consumano quantità esorbitanti di tempo rimanendo chiusi nelle loro camere da letto. Una revisione sistematica della letteratura ha rilevato che questo fenomeno potrebbe essere il risultato di problemi incorsi durante lo sviluppo, come la presenza di un attaccamento insicuro tra bambino e care – giver. Ricerche condotte con piccoli gruppi hanno suggerito che gli hikikomori hanno spesso alti livelli di solitudine e mancano di sostegno sociale nel contesto in cui vivono. La comorbidità del ritiro con sintomi di depressione o altre problematiche psichiatriche sono comuni.
Partendo dal fatto che c’è un grande bisogno di strumenti che possano aiutare la valutazione e l’individuazione di hikikomori in Giappone, Alan R. Teo e un gruppo di suoi collaboratori hanno sviluppato una scala di “self-report” per persone hikikomori, valutandone le proprietà psicometriche e la validità come strumento diagnostico.
Il questionario “Hikikomori Questionnaire (HQ-25)” è composto da 25 item suddivisi in tre sotto-scale: socializzazione (11 item), isolamento (8 item) e supporto emotivo (6 item).
Ecco alcuni degli item utilizzati: Sto lontano dalle altre persone; Adoro incontrare nuove persone; Le persone mi danno fastidio; Mi sento a disagio per le altre persone. Trascorro la maggior parte del mio tempo a casa; Mi sono chiuso nella mia stanza; Trascorro la maggior parte del mio tempo da solo; Non c’è davvero nessuno con cui discutere questioni importanti; Ci sono persone nella mia vita che cercano di capirmi.
La risposta a ogni singolo item si colloca su una scala che va da 0 (fortemente in disaccordo) a 4 (fortemente d’accordo). Sono stati inclusi item in forma negativa per ridurre bias dovuti ad acquiescenza. Il punteggio individuale totale va da 0 a 100. Un cut – off di 42 punti su 100 è stato associato a una sensibilità del 94%, specificità del 61% e valore predittivo positivo del 17%.
Alla ricerca ha partecipato un campione di 399 partecipanti di età compresa tra i 15 e i 50 anni raccolti da contesti clinici (pazienti) e della comunità (volontari). Le proprietà psicometriche sono state valutate con l’analisi fattoriale; la validità diagnostica è stata ulteriormente valutata confrontando la scala del singolo test con un colloquio diagnostico semi-strutturato. La coerenza interna, la affidabilità test-retest e la validità convergente sono risultate del tutto soddisfacenti.
In conclusione il questionario Hikikomori a 25 item (HQ-25), sembra possedere proprietà psicometriche robuste e accuratezza diagnostica in un campione iniziale di giapponesi adulti. Il questionario può essere utile sia per individuare soggetti che non hanno ricevuto alcun tipo di supporto o trattamento clinico, ma anche come strumento per la psicoterapia, (per Teo e colleghi il trattamento privilegiato in questi casi) offrendo indicazioni sulle aree (sotto-scale) che richiedono maggior intervento psicologico.
Gli autori assicurano che saranno condotte ulteriori ricerche sulle proprietà psicometriche dell’Hikikomori Questionnaire (HQ-25) e sulla sua capacità di supportare la valutazione clinica di persone in ritiro sociale acuto.
Teo, A. R., Chen, J. I., Kubo, H., Katsuki, R., Sato‐Kasai, M., Shimokawa, N., … & Kato, T. A. (2018). Development and Validation of the 25‐item Hikikomori Questionnaire (HQ‐25). Psychiatry and clinical neurosciences. doi:10.1111/pcn.12691
Pubblicato l’articolo: Ranieri F. (2018). PSYCHOANALYTIC PSYCHOTHERAPY FOR HIKIKOMORI YOUNG ADULTS AND ADOLESCENTS. British Journal of Psychotherapy. Volume 34, Issue 4, pages 623–642, doi: 10.1111/bjp.12398 – https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/bjp.12398
Di seguito la traduzione del riassunto:
L’hikikomori è un bambino, un adolescente o un giovane adulto che si reclude volontariamente nella propria casa per lunghi periodi non mostrando segni evidenti di disagio psicologico o disagio mentale conclamato come la schizofrenia o un disturbo dello spettro autistico, la disabilità intellettiva o i classici sintomi di uno stato depressivo. Questo fenomeno è stato descritto per la prima volta in Giappone ma diverse ricerche mostrano che si sta diffondendo in molti paesi del mondo. L’autore descrive questa particolare forma di ritiro sociale estremo da un punto di vista antropologico, psichiatrico e della psicologia dello sviluppo mettendo a confronto i diversi punti di vista del dibattito scientifico in corso. Ipotizza poi che la scelta di diventare un hikikomori venga presa dalla persona nel tentativo di trovare una soluzione alle difficoltà nelle relazioni con se stesso e con gli altri. La decisione di auto – recludersi si trasforma rapidamente in una trappola. In questa condizione l’individuo viene imprigionato in complessi meccanismi di funzionamento della mente che imbrigliano e coartano l’indipendenza e l’autonomia personale. Ciò è dovuto al fatto che con il ritiro una organizzazione di personalità patologica precostituitasi durante gli anni della prima infanzia che prende progressivamente il controllo del mondo interno spingendo verso stati mentali e comportamenti anti evolutivi. L’articolo prosegue con alcune riflessioni per il trattamento individuale con psicoterapia psicoanalitica degli adolescenti e dei giovani adulti in ritiro sociale estremo. Vengono utilizzati come modello di riferimento i “rifugi della mente” di John Steiner per analizzare le caratteristiche della relazione terapeutica e alcune modalità tecniche della psicoterapia. La descrizione di un trattamento condotto per quattro anni con un giovane adulto hikikomori completa l’articolo e consente ulteriori riflessioni cliniche.
Nel settembre del 2016 l’Ufficio di Gabinetto del governo giapponese ha pubblicato la terza indagine ufficiale sul fenomeno degli hikikomori in Giappone dopo le ricerche condotte nel 2003 e del 2010. Il titolo della ricerca è “Wakamono no seikatsu ni kansuru cho¯ sa ho¯ kokusho” (Relazione di ricerca sulla vita dei giovani). Il rapporto aggiorna la figura delle persone in ritiro sociale o prossimi a questa scelta di vita. Il report ha un taglio descrittivo, i dati vengono presentati senza discussione, analisi statistiche o interpretazioni dei risultati. Nonostante ciò si definiscono tre tipologie o condizioni di ritiro sociale. Presentiamo una sintesi dei dati, facendo riferimento al lavoro di Hamasaki, Tajan e Pionnié-Dax pubblicato in francese quest’anno (2017).
Gli hikikomori in senso stretto
Sono persone che lasciano la propria camera ma non la propria casa, oppure che in qualche raro caso escono dalla propria abitazione, ad esempio per recarsi in un negozio di alimentari o cose simili, rimanendo comunque nelle vicinanze dell’edificio e nell’area del proprio quartiere.
I quasi hikikomori
Sono i ragazzi e i giovani in ritiro che si concedono delle uscite anche per i propri hobby. Come gli hikikomori in senso stretto sono in una condizione di ritiro da più di sei mesi. Non sono stati considerati hikikomori in senso stretto o quasi hikikomori tutti coloro che si trovano a casa per una malattia fisica, che hanno una diagnosi di schizofrenia, che sono in stato di gravidanza o post partum. Sono anche esclusi dal gruppo degli hikikomori coloro che rimangono a casa per la cura e l’educazione dei bambini, chi è casalinga o governante.
Persone che vorrebbero diventare hikikomori: i gruppi di affinità
Dalla ricerca è emerso un interessante gruppo di soggetti che è stato raggruppato sotto la voce “gruppi di affinità”. Si tratta di persone che sentono simpatia per gli hikikomori, che li capiscono, che esprimono il desiderio di rinchiudersi. In modo più dettagliato all’indagine rispondono: “Capisco i sentimenti di coloro che sono chiusi a casa o in camera e non escono mai”, “Ho già pensato che anche a me mi piacerebbe rinchiudermi a casa o nella mia stanza”, “Se capita un evento spiacevole, non vorrei più andare fuori”, “Se c’è una ragione, penso sia normale rinchiudersi in casa o in camera”. Continua a leggere Hikikomori in senso stretto, quasi hikikomori, persone che vorrebbero chiudersi in casa
In un recente articolo Matthew H. Bowker (2016) avanza una interessante ipotesi circa il rapporto tra hikikomori e l’amae, il termine con cui in Giappone viene descritto l’amore particolarmente indulgente della madre per il proprio bambino. Il titolo dell’articolo grossolanamente tradotto è “Hikikomori come desiderio deturpato: indulgenza, mistificazione e vittimizzazione nel fenomeno dell’isolamento sociale estremo in Giappone”. Browker fa presente che fino a questo momento le relazioni amae tra madre e bambino sono state ritenute una delle cause dell’hikikomori (si veda a tal proposito l’articolo di Bellagamba su questo sito). L’autore invece avanza l’ipotesi che l’hikikomori sia da attribuire piuttosto alla l’assenza o perdita di indulgenza emotiva tra madre e bambino, fatto questo che porta alla fine l’individuo alla vergogna, alla confusione, alla auto-incarcerazione e anche alla vittimizzazione della propria famiglia.
In questo articolo presenterò alcune riflessioni su un fenomeno che da diversi anni a questa parte si sta diffondendo tra gli adolescenti e i giovani adulti in molti paesi, al punto da far pensare ad una questione che vada al di là di una singolo specifico contesto culturale (Li & Wong, 2015). Si tratta di una forma particolare di ritiro sociale osservato per la prima volta in Giappone e descritto in modo esaustivo dallo psichiatra Saitō (1998) che lo ha chiamato “hikikomori”. Gli adolescenti hikikomori sono spinti a rinchiudersi da qualcosa di diverso da un disagio mentale conclamato, come la schizofrenia o un disturbo dello spettro autistico, la disabilità intellettiva o i classici sintomi di uno stato depressivo. Continua a leggere Hikikomori, dibattito su un fenomeno del XXI° secolo
The “hidden youth”, i ragazzi che ad Hong Kong si richiudono in casa per un periodo prolungato di tempo e respingono la maggior parte delle forme di contatto e di relazione con il mondo esterno sono stati “scoperti” nel 2004. E ci sono voluti diversi anni perché ci si rendesse conto di quando i giovani nascosti di quella città fossero simili agli hikikomori giapponesi e poi ai giovani in ritiro sociale acuto di molte altre nazioni del mondo, tra cui l’Italia. L’approccio dei ricercatori cinesi impegnati con i giovani nascosti ha seguito un orientamento diverso da quello dei colleghi giapponesi. In Giappone gli hikikomori sono stati descritti come adolescenti e giovani in uno stato di emarginazione e inclini a disturbi emotivi, in sintesi con una scarsa qualità della vita. Ad Hong Kong il contatto diretto con i giovani nascosti ha portato alla scoperta che alcuni di loro sono soddisfatti della propria vita. Continua a leggere La gioventù nascosta di Hong Kong
Ampia sintesi dell’articolo: Krieg, A., Dickie, J.R. (2013). Attachment and hikikomori: A psychosocial developmental model. International Journal ofSocial Psychiatry; 59(1) 61–72
In questo lavoro viene proposto un modello di sviluppo psico-sociale per capire l’hikikomori basato sulla teoria dell’attaccamento: questo modello suggerisce che l’attaccamento, plasmato da un comportamento materno modellato dalla cultura, e alcune variabili disposizionali si possono combinare e portare al ritiro. Continua a leggere Attachment and hikikomori: A psychosocial developmental model – Krieg & Dickie 2013
ALAN R. TEO. (2010). A NEW FORM OF SOCIAL WITHDRAWAL IN JAPAN: A REVIEW OF HIKIKOMORI. Int J Soc Psychiatry , 56: 178
a cura di Elisabetta Bellagamba
Un mito scintoista narra che la dea del sole Amaterasu aveva un fratello che ubriaco andò su tutte le furie. In segno di protesta la dea, si chiuse in una grotta, e si tenne fuori dal mondo usando una roccia gigante, facendo calare l’oscurità e la morte. Solo con l’impegno di milioni di altri dèi Amaterasu venne attirata fuori della caverna e nel mondo ricomparve luce e salute. Anche se la storia di Amaterasu è leggenda, oggi in Giappone molti giovani e adulti sono sigillati nelle proprie cave virtuali. Essi sono chiamati hikikomori. Continua a leggere A NEW FORM OF SOCIAL WITHDRAWAL IN JAPAN: A REVIEW OF HIKIKOMORI